Augusto Traversa

Augusto Traversa
Anni: 1956-1959
Ambasciatore d’Italia a Oslo: Paolo Vita Finzi (1956-1958) - Guido Colonna di Paliano
Direttore Istituto Italiano di Cultura di Oslo: Augusto Traversa (1956-1959)
Presidente Comitato Dante di Oslo: Alf Edon Bjerke (1956-1957) - Anne Sofie Kielland

Augusto Traversa è stato un filologo italiano nato nel 1919 e morto nel 1993, noto per il suo contributo alla papirologia e alla letteratura greca. Nel corso della sua carriera, partecipò ad iniziative culturali significative, tra cui l’acquisizione di importanti collezioni di papiri in Egitto nel 1954. Si laureò a Pisa, si perfezionò a Firenze e iniziò il suo percorso professionale come docente nei licei. Fu libero docente di Letteratura greca e contribuì allo sviluppo degli studi papirologici a Genova, lasciando un’impronta importante nel settore accademico.

Dal 1956 al 1959 fu direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Oslo e lettore di lingua italiana presso l’Università di Oslo, dove succedette al professor Carlo Morozzo Della Rocca. In quegli anni fece anche parte del Consiglio Direttivo del Comitato di Oslo della Società Dante Alighieri, che all’epoca portava il nome di Amici d’Italia – Comitato della Dante Alighieri di Oslo. In quel periodo visse insieme alla sorella Maria Traversa, che insegnava italiano a Oslo all'università della terza età Friundervisningen e teneva conferenze per i Comitati della Dante Alighieri di Oslo e di Halden.

Il suo nome è strettamente legato a quello del professor Magnus Ulleland, titolare della cattedra di lingua italiana presso la stessa università, con il quale collaborò alla redazione del Dizionario Italiano-Norvegese, pubblicato da Gyldendal Norsk Forlag (Oslo) nell’agosto del 1959. Nello stesso anno lasciò la direzione dell’Istituto di Oslo per assumere l’incarico di direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.

Augusto Traversa: un umanista italiano in Norvegia (Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Oslo dal 1956 al 1959)

Quando nell’autunno del 1956 il dott. Augusto Traversa giunse a Oslo per assumere l’incarico di lettore d’italiano presso l’Università e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, la capitale norvegese accolse un giovane studioso dalla personalità brillante e curiosa, destinato a lasciare una traccia profonda nei rapporti culturali italo-norvegesi del dopoguerra.

Nato nel 1919, Traversa era un filologo classico e papirologo di formazione, proveniente dall’Università di Genova, dove insegnava letteratura greca e papirologia. La sua passione per i testi antichi e per le lingue lo aveva condotto più volte in Norvegia, dapprima come turista, poi come ricercatore attratto dalle collezioni di papiri greci conservate nella Biblioteca Universitaria di Oslo, note come Papyri Osloenses. Fu proprio l’interesse per questi documenti, avvolti nel mistero delle epoche ellenistiche e romane, a spingerlo a tornare stabilmente nel Nord: un’attrazione intellettuale, ma anche affettiva, verso un Paese che lo affascinava per il paesaggio, la lingua e il carattere della sua gente.

Nelle interviste dell’epoca, Traversa si rivela un uomo di vivace intelligenza, dotato di ironia e di spirito analitico. I giornali norvegesi ne ritraggono il profilo con simpatia: un italiano snello, celibe, dagli occhi scuri e curiosi, capace di parlare con entusiasmo di papirologia e fonetica, ma anche di ciclismo, sci e alpinismo. In poche settimane aveva imparato il norvegese a un livello sorprendente, tanto da riuscire a leggere i quotidiani locali e a tenere conversazioni complesse sui rapporti tra il lessico norvegese e quello delle lingue classiche. La sua sensibilità linguistica era acuta — arrivava a paragonare l’intonazione musicale del norvegese a quella dell’antico greco — e mostrava la stessa passione per il suono delle parole che per il significato dei testi antichi.

Alla guida dell’Istituto Italiano di Cultura di Oslo, Traversa dimostrò subito un raro equilibrio tra rigore accademico e sensibilità umana. Le sue lezioni di lingua, letteratura e Dante attiravano un numero crescente di studenti, tanto che il pubblico dei corsi universitari e di quelli dello Studentersamfundets Friundervisning (l’Università della terza età) più che raddoppiò durante il suo mandato. La sua popolarità era dovuta non solo alla competenza, ma anche al tono cordiale e alla capacità di trasmettere la cultura italiana in modo accessibile e appassionato.

A Oslo, Traversa non era solo: viveva con la sorella Maria Traversa, figura altrettanto interessante e poliglotta, che teneva conferenze in norvegese e collaborava attivamente con i Comitati della Società Dante Alighieri presenti nel Paese. Maria insegnava italiano presso l’Università della terza età e partecipava alla vita culturale norvegese, affrontando temi di attualità come la condizione della donna in Italia. I due fratelli rappresentavano insieme un modello di diplomazia culturale fatta di prossimità, calore e curiosità reciproca.

Durante il suo triennio norvegese, Traversa stabilì rapporti solidi con i Comitati norvegesi della Società Dante Alighieri, in particolare con quello di Oslo — allora presieduto da Anne-Sofie Kielland — e con quelli di altre città come Stavanger, dove tenne una conferenza su un viaggio “dalle Alpi a Roma”. Le cronache locali descrivono il suo modo di parlare “lentamente e chiaramente”, alternando l’italiano a brevi spiegazioni in norvegese, con un atteggiamento didattico e insieme conviviale. Il pubblico norvegese apprezzava in lui la gentilezza, la preparazione e il piacere di condividere, qualità che fecero di Traversa un autentico ambasciatore culturale dell’Italia in Norvegia.

La sua attività non si limitò all’insegnamento e alla divulgazione. A Oslo egli condusse anche studi sui papiri della collezione universitaria, interpretando frammenti di testi greci che offrivano squarci sulla vita quotidiana dell’antico Egitto sotto il dominio ellenistico. Queste ricerche, descritte con passione nelle interviste, rivelano la profondità della sua curiosità filologica e la capacità di collegare mondi lontani: dal Mediterraneo all’Artico, dall’Egitto dei Tolomei alla Norvegia moderna.

Nel 1959, al termine del suo mandato, Traversa lasciò la Norvegia per dirigere l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, salutato con affetto da studenti e colleghi. In un’intervista di commiato ad Aftenposten, dichiarò che ciò che più lo aveva colpito nei norvegesi era il loro “senso di sicurezza”, la serenità di una società organizzata che consentiva a ciascuno di vivere in equilibrio con la natura. Il suo sguardo, insieme razionale e poetico, coglieva nella calma e nella semplicità norvegese un tratto di modernità autentica, lontana dalla “corsa verso i beni materiali” che egli vedeva già affermarsi altrove.

Prima della partenza, l’Istituto Italiano di Cultura e il Comitato della Dante Alighieri di Oslo lo salutarono come un amico e un maestro, riconoscendogli il merito di aver rafforzato i legami culturali tra Italia e Norvegia e di aver contribuito alla crescita dell’interesse per la lingua e la letteratura italiana.

In concomitanza con la sua partenza da Oslo, uscì presso Gyldendal nel 1959 la prima edizione dell'Italiensk-norsk ordbok (Dizionario italiano-norvegese), redatta insieme al giovane "magister" in filologia romanza Magnus Ulleland, futuro traduttore di Dante e docente di letteratura italiana all'Università di Oslo. L’opera, inserita nella prestigiosa collana “Gyldendals blå ordbøker”, si proponeva di aiutare gli studenti norvegesi passati dal livello iniziale alla lettura autonoma dei testi italiani, e univa il lessico quotidiano a un ampio repertorio letterario. Era, di fatto, un simbolo del lascito di Traversa: il frutto concreto di un dialogo linguistico e culturale che aveva costruito giorno dopo giorno, con rigore scientifico e sincera curiosità umana.