Aftenposten - 26 gennaio1985

Aftenposten - 26 gennaio1985
Istituto Italiano di Cultura:
Sull’insegna in ottone fuori dalla casa al numero 5 di Tidemanns gate si legge: «Istituto Italiano di Cultura». Come indica il nome, è da qui che la cultura italiana deve essere presentata ai norvegesi. Chiunque è il benvenuto, sia che sia già un appassionato dell’Italia, sia che voglia avere un primo contatto e acquisire le prime conoscenze su questo paese e la sua cultura.
Anche se, a dire il vero, è difficile immaginare qualcuno che non abbia almeno un’idea di cosa succede laggiù, nel Sud. Tuttavia, come si dice all’Istituto: «L’informazione sull’Italia dovrebbe essere più sfumata e bilanciata».
La direttrice dell’Istituto, la professoressa Silvana Quadri, è in Norvegia da soli cinque mesi. «Ci sono molte cose che non so su di voi, norvegesi. E voglio ascoltare per capire cosa desiderate sapere sull’Italia», dice, scusandosi per non essere ancora in grado di parlare norvegese.
L’addetto culturale Sergio Scapin, invece, non sembra avere difficoltà né a farsi capire né a comprendere la lingua di queste latitudini. Insieme a colui che chiamano affettuosamente "il nostro tuttofare", costituiscono il principale legame culturale tra i nostri due paesi.
Non sorprende quindi che durante la conversazione si scusino ogni tanto: «Ci sono così tante cose che vorremmo fare, ma esistono limiti fisici a ciò che possiamo realizzare».
Ma vale anche la pena aggiungere che hanno tante idee realizzabili.
Attualmente è in fase di allestimento una mostra fotografica sullo scrittore e drammaturgo Pirandello. Quest'anno ricorre il 50º anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel, un evento che viene celebrato nel suo luogo natale in Sicilia, nel resto del paese e anche ben oltre i confini dell’Italia. Recentemente si è conclusa una mostra sulla tradizione e il folklore siciliano. In essa si potevano osservare da vicino, tra le altre cose, figure in terracotta e stoffa dipinta.
«Ci troviamo in una situazione diversa rispetto a quella degli Istituti Italiani di Cultura in molti altri paesi», racconta la direttrice Silvana Quadri.
«L’Istituto deve essere, tra le altre cose, un punto di riferimento per gli italiani all’estero. Ma la comunità italiana in Norvegia è molto piccola. Per questo motivo dobbiamo – e vogliamo – rivolgerci in gran parte ai norvegesi.»
Ci accompagna in un giro dell’Istituto, ci mostra la sala conferenze, la biblioteca con 3.000 volumi, lo scaffale dei giornali e delle riviste. Tra le varie attività, qui si tengono corsi di lingua per i norvegesi interessati.
«Purtroppo – si rammarica – in questo semestre primaverile non ci è stato possibile organizzare corsi. Dovremo aspettare l’autunno.»
Ma anche se i corsi in sede sono stati rinviati, l’Istituto contribuisce affinché i norvegesi possano comunque saziare la loro sete di conoscenza.
Sergio Scapin ci presenta un elenco di studenti che sono partiti per attingere direttamente alla fonte in Italia. Gli ultimi dati si riferiscono all’anno accademico 1982/83. Allora partirono 65 studenti verso sud. Molti si iscrissero ad accademie e istituzioni artistiche. Un altro grande gruppo era composto da studenti di medicina.
«Nell’ambito dell’accordo culturale tra i nostri due paesi, l’Italia offre ai norvegesi un totale di 44 mesi di borse di studio. Questo tempo viene suddiviso in borse di studio con soggiorni di almeno 2 mesi e fino a 8 mesi», ci spiega.
− Come si fa domanda per queste borse di studio?
− Attraverso il Ministero degli Affari Esteri norvegese. Una commissione composta da rappresentanti del settore culturale e scolastico e dell’Ambasciata italiana esamina le domande. Dopo che il Ministero degli Esteri norvegese ha selezionato i candidati, l’elenco viene inviato al Ministero degli Esteri italiano per l’approvazione definitiva.
Silvana Quadri interviene:
− Siamo felici di ricevere domande da tutto il paese. Finora sono state soprattutto le grandi città a dominare.
L'Istituto Italiano di Cultura è una parte dell'ambasciata d'Italia e quindi direttamente subordinato al Ministero degli Affari Esteri italiano. Questo dimostra chiaramente la volontà di investire risorse e denaro nella diffusione della cultura del Paese. Ed è evidente che la direttrice desidererebbe un po' più di dibattito sull’Italia. È lecito chiedersi se i mass media norvegesi non mettano troppo l'accento sugli aspetti negativi.
– Un tale dibattito potremmo, per esempio, avviarlo in relazione ai film italiani. E non ci vuole molto per capire che questo è un tema che le sta particolarmente a cuore. Nomina una lunga serie di titoli e ne parla con grande entusiasmo. Molti di questi film avrebbero potuto essere proiettati nei locali del suo istituto.
– Ma, dice con un po’ di rassegnazione, spesso tutto si arena sulla distribuzione. Semplicemente non riusciamo a ottenere questi film.
– Ma serie italiane continuano ad essere trasmesse sulla televisione norvegese?
– "Il Cuore", che viene trasmessa ora, è un grande classico. Se non tutti gli italiani hanno letto il libro su cui si basa la serie, conoscono comunque il titolo e una parte del contenuto.
Tempo fa è stata trasmessa una serie sulla Sicilia e la mafia. Era una produzione seria e ben realizzata. Ma non potremmo discuterne? Non potremmo parlare della Sicilia, della mafia come fenomeno criminale? In Sicilia c'è molto di più della mafia. In effetti ci sono stati tentativi di avviare un dibattito, ad esempio alla radio, ma io ne vorrei di più.
Certo che possiamo discutere dei problemi legati alla droga, magari in connessione con la mafia. Ma non bisogna dimenticare che problemi di droga esistono praticamente in tutti i Paesi del mondo. E scrivete dei problemi economici in Italia, della disoccupazione giovanile. Ma questi problemi esistono anche altrove. E scrivete del terrorismo. Ma anche in quel campo la situazione è cambiata.
Non voglio sembrare una sciovinista – dice –. Ma non potremmo invece imparare gli uni dagli altri? Potremmo confrontare i nostri problemi, vedere come possono essere risolti.
– Ma spesso i problemi sembrano molto più evidenti in Italia, almeno quando li osserviamo dall'esterno. È come se riuscissimo a vedere i nostri stessi problemi con contorni più chiari?
Silvana Quadri ride: – Forse è perché siamo così tanti più di voi? Siamo 57 milioni di italiani e l'Italia ha una superficie un po’ più piccola della Norvegia. I problemi diventano molto più evidenti.
– Quindi la mostra su Pirandello dovrebbe raccontarci un altro lato dell’Italia. Non è altrettanto importante trasmettere anche i grandi autori moderni, come per esempio Natalia Ginzburg ed Elsa Morante?
– A proposito di Morante: i lettori del suo "La Storia" hanno qualcosa da attendere con gioia. Il libro, che è stato tradotto anche in norvegese, sarà adattato per il cinema. Ma, sottolinea, Pirandello non è un autore fuori moda. Avvertiamo un nuovo e grande interesse nei suoi confronti. L’interesse non riguarda solo i suoi drammi, ma anche i suoi romanzi, che forse non sono così conosciuti qui in Norvegia.
La mostra su Pirandello a Oslo è stata inaugurata il 23 gennaio con una conferenza della professoressa Lone Klem. A febbraio, Silvana Quadri attende una vera chicca per il suo istituto. Verrà proiettato il celebre film muto del 1926 di Amleto Palermi, "Die lebende Maske" o "Enrico IV", tratto da un dramma del grande autore. La proiezione è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Cineteca Nazionale e l’Istituto Cinematografico Norvegese.
Traduzione della didascalia della foto:
La direttrice Silvana Quadri e l’addetto culturale Sergio Scapin vogliono raccontare la cultura italiana ai norvegesi. Le figure in terracotta siciliane e i pupi fanno parte di questa cultura. (Foto: Arne Tjønsvold)
Drammens Tidende og Buskerud Blad - 20 novembre 1986
Didascalia della foto: «Trasmetteremo cultura e promuoveremo lo scambio culturale con un sorriso», dicono Ulf Refthaug (a sinistra) e Hans Petter Berg a Sergio Scapin, al centro, davanti a un’opera dell’artista Fritz Røed. Martedì, la neonata Associazione Norvegia–Italia di Drammen ha inaugurato una sensazionale mostra nella biblioteca, con grandi opere d’arte provenienti dal piccolo villaggio artistico «norvegese» di Villa Faraldi.
DRAMMEN: «Non vogliamo assolutamente diventare un’associazione per un’élite culturale o solo per “snob culturali”», afferma il responsabile delle attività Hans Petter Berg, della nuova Associazione Norvegia–Italia. «Vogliamo innanzitutto divertirci, conoscere lo stile di vita italiano e promuovere lo scambio culturale a livello popolare», aggiunge.
Harald Gautneb, DTBB
Non è un caso che Hans Petter Berg e Ulf Refthaug abbiano deciso, all’inizio dell’estate, di fondare un’associazione di amicizia con i colori italiani. Entrambi amano profondamente l’Italia e, nonostante siano viaggiatori esperti, hanno un particolare affetto per il lungo Paese del Sud.
«Abbiamo ricevuto una risposta straordinaria sia dall’ambasciata italiana che da importatori di vino e tour operator. L’idea è organizzare un viaggio comune al Carnevale di Venezia a febbraio, e quest’estate andremo a Pompei», racconta Ulf Refthaug, presidente dell’associazione.
E l’Associazione Norvegia–Italia punta in alto fin dall’inizio. Martedì è stata infatti inaugurata una mostra sensazionale nella sala conferenze della biblioteca. Dopo un lungo lavoro, sono riusciti a ottenere più di 50 opere realizzate da artisti norvegesi che lavorano nel ormai celebre villaggio di Villa Faraldi, dove Per Göransson, Finn Graff, Jens Johannessen, Eli Marie Johnsen, Harald Krokstad, Anne Marie Komissar, Bengt Olson, John Anton Risan, Fritz Røed, Inger Sitter e Frans Widerberg hanno i loro atelier. Grazie al magnifico e riccamente illustrato libro di Pål Bang-Hansen e John Lie, l’attenzione su questo villaggio non è mai stata così grande.
E l’intraprendente e «italia-dipendente» Hans Petter Berg è riuscito a portare opere di ciascuno degli artisti di Villa Faraldi a Drammen. E, come parte di una campagna per attrarre nuovi soci, la mostra fa da cornice all’iniziativa promozionale di questo mese.
«Non ci prendiamo troppo sul serio, e lo scopo dell’associazione è riunire persone che sentono un legame con l’Italia. Scambio culturale è la parola chiave; lo stesso vale per cibo, vino e lingua», dice ancora.
Anche il consigliere culturale dell’Ambasciata Italiana, dott. Sergio Scapin, è molto entusiasta di ciò che sta accadendo a Drammen. Il piano è quello di aprire nel tempo diverse filiali in altre città norvegesi, coordinate in parte dall’associazione madre di Drammen.
«Poiché il nostro obiettivo è promuovere la cultura italiana in Norvegia, e cerchiamo attivamente di collaborare con istituzioni e organizzazioni, considero la nascita di questa associazione con grande gioia. Il fatto che voglia trasmettere cultura con un sorriso e rivolgersi a un pubblico ampio è perfettamente in linea con le nostre intenzioni. Per questo spero in una collaborazione molto stretta con l’associazione, che mi auguro possa contare molti membri», afferma Scapin.
Fremtiden - 18 novembre 1986
Didascalia della foto: Questo rilievo in cemento di Fritz Røed è naturalmente tra le opere più imponenti della mostra dell’Associazione Norvegia–Italia nella biblioteca. Pesa quasi 300 chili… A sinistra Sergio Scapin, che ha portato i saluti dall’ambasciatore italiano, e il responsabile delle attività Hans Petter Berg.
DRAMMEN: Nel maggio di quest’anno è stata fondata l’«Associazione Norvegia–Italia». Oggi il numero dei soci è poco più di 40, e l’interesse fa pensare che presto quel numero sarà almeno raddoppiato.
Di Olav Myklebust
– La mostra è il risultato di un lavoro incredibilmente intenso svolto in breve tempo – dice il presidente dell’Associazione Norvegia–Italia, Ulf Reffhaug.
La mostra comprende circa 40 opere, tutte di artisti norvegesi. Ciò che le accomuna è il legame speciale con il piccolo villaggio di Villa Faraldi, a pochi chilometri dal confine francese. Tra gli artisti figurano Finn Graff e Fritz Røed.
– Ma questo è solo l’inizio – sottolinea il responsabile delle attività, Hans Petter Berg.
– Ora diamo il via a una serie di incontri interessanti. Questa non è assolutamente un’«associazione snob». Puntiamo soprattutto a stare bene insieme e a divertirci durante gli incontri – magari, per esempio, con formaggi norvegesi e vino italiano. Vogliamo anche invitare relatori che abbiano un rapporto particolare con l’Italia. I primi saranno Jon Lie e Pål Bang-Hansen, in occasione del libro che hanno appena pubblicato proprio su Villa Faraldi. Verranno giovedì 27. In seguito ospiteremo Thor Heyerdahl e Harald Heide-Steen jr. – dice lui ottimista.
L’insegnamento della lingua a tutti i livelli è anche una parte importante delle attività dell’associazione. In relazione ai corsi, saranno organizzati anche due viaggi in Italia durante la primavera.
– Avremo inoltre una nostra orchestra stabile per gli incontri, naturalmente con la musica italiana come specialità, e contiamo anche di presentare alcune arie italiane – dice entusiasta Hans Petter Berg.
Inderøyningen - 15 giugno 2007
Didascalia della foto: MOSTRA ESTIVA: I quattro che hanno ricevuto fiori durante l’inaugurazione della mostra estiva al Nils Aas Kunstverksted. Da sinistra: Benito Nava, Sergio Scapin, Hege Steen e Inger Lillesand.
Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura in Norvegia, Sergio Scapin, ha presieduto l’apertura ufficiale della mostra estiva al Nils Aas Kunstverksted.
STIG LEINAN
La mostra porta il titolo «La magia del materiale – Knut Steen e Nils Aas» e sarà visitabile fino al 12 settembre. In precedenza si sperava che l’artista Knut Steen fosse presente alla cerimonia di apertura, ma purtroppo ha dovuto rinunciare. Al suo posto ha partecipato la figlia, Hege Steen, all’evento ufficiale.
È stato Benito Nava a curare gli intermezzi musicali durante l’apertura, mentre la curatrice Inger Lillesand ha raccontato il contesto della scelta degli artisti esposti, prima che Sergio Scapin potesse dichiarare ufficialmente aperta la mostra estiva 2007. Si spera che molti colgano l’occasione per visitarla, poiché presenta una qualità artistica di altissimo livello. Sia Steen che Aas sono considerati tra i maggiori scultori norvegesi.
Finnmarken - 15 ottobre 2007
Finnmarken — Lunedì 15 ottobre 2007
Didascalia della foto: ITALIANI: Un italiano vero e uno finto: Sergio Scapin dell’ambasciata italiana incontra Umberto Nobile nelle vesti di Lars Jacob Holm.Foto: Ingerid Jordal
VADSØ: L’ambasciata italiana a Oslo è ospite d’onore a Vadsø, e Sergio Scapin, responsabile culturale, è molto soddisfatto dello spettacolo a cui ha assistito.
— È stata un’occasione eccellente per vedere questa regione e vivere questa particolare rappresentazione, dice Scapin.
L’ambasciata è stata invitata qui dalla presidente della contea, Kirsti Saxi, e durante il soggiorno ha vissuto molte esperienze. Il safari al granchio è stato uno dei momenti culminanti.
Scapin racconta che anche in Italia Umberto Nobile è stato a lungo guardato con scarsa considerazione, ma che negli ultimi anni è stato riabilitato. Tuttavia, non ha fama di grande scienziato.
— No, non è considerato un «eroe». Ma l’anno prossimo celebreremo l’anniversario di Nobile, e speriamo che ciò contribuisca a lasciare di lui un ricordo più positivo.
— E portare Snø og Ild in Italia?
— Sarebbe fantastico. Ma forse non del tutto realistico, dice.
Quando Scapin incontra Nobile nell’interpretazione di Lars Jacob Holm, esclama:
— Hai il fisico di Nobile. Un’ottima scelta!